"Nessuno intese, tranne Gurù stessa, che si volse
con mossa felina e cominciò a fissarlo coi vasti occhi in cui ora correvano
riflessi d’un giallo cupo e infinitamente profondo, in uno sguardo smarrito
eppure di selvaggia minaccia (…) Da questa maschera buia e lunare pareva (….)
che tralucesse una ferocia imperiosa, scherzevole e smarrita al tempo stesso,
impietrita in un’eternità fragile e preziosa, connaturale (…..) prima ancora di
lasciarsi decifrare, in una sorta di mansueta ritrosia e, con palpito d’ala, la
fanciulla abbassava le ciglia volgendosi altrove."
Tommaso Landolfi, La
pietra lunare.
Queste poche righe mi furono dedicate anni fa.. dai miei professori delle superiori..
Come mi conoscevano bene..
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